giovedì 20 ottobre 2016

NBA Preview: JR Smith, altro esempio del potere di LeBron James


Qualcuno ricorderà quando LeBron James venne squalificato dal torneo statale dell'Ohio prima di andare nella NBA, reo di aver accettato alcune maglie sportive vintage a quei tempi molto in voga. Avevano un valore di 8 o 900 dollari totali. A procurargliele fu un ragazzino di Cleveland di nome Rich Paul. Dopo poco tempo, Paul è diventato l'agente di LeBron James e uno dei più potenti della Lega. Forse la seconda verità è una diretta conseguenza della prima.
LeBron sta cambiando le regole del gioco. È diventato più potente di qualunque proprietario e di qualunque agente. Può trasformare la vita delle persone. Rich Paul oggi è l'agente anche di Ben Simmons ovvero il nuovo LeBron secondo gli ottimisti di Philadelphia.
Ma il caso più interessante riguarda il nuovo contratto da 57 milioni in quattro anni di JR Smith a Cleveland. Paul è anche l'agente di Smith e per il secondo anno consecutivo ha trattenuto fuori dal camp in attesa di un accordo un suo giocatore. Un anno fa era Tristan Thompson. È ovvio che Paul sappia fare il proprio lavoro, che Thompson e Smith abbiamo scelto l'agente giusto per trattare con la squadra giusta e che ci sia dietro tutto la regia di LeBron.
Ai Cavs ovviamente JR Smith serve esattamente come serviva Thompson. E hanno finito per pagarlo forse troppo. Ma dovevano accontentare LeBron che da un lato agisce nell'interesse della squadra e dall'altro non perde occasione per far capire che a Cleveland non comanda davvero Dan Gilbert, il proprietario. Comanda lui.
Il rapporto tra i due non è cambiato - con sommo dispiacere del miliardario della Quicken Loans che un anno fu prima nella classifica delle grandi compagnie per le quali è più piacevole lavorare in America - perché LeBron non dimentica la lettera aperta di insulti che si prese quando lasciò Cleveland nel 2010. Ed è tornato a casa alle sue condizioni e dettando legge. Ad esempio pretendendo la cessione della prima scelta Andrew Wiggins per il meno futuribile ma più preparato Kevin Love. Ogni tanto Gilbert prova a riprendere il controllo. Ma sia con Thompson che con Smith ha perso. E non è neppure servito a tornare nelle grazie di LeBron. Ne vale la pena perché sarà sempre il proprietario che ha portato a Cleveland il titolo ma certo l'ha pagato. Lo scorso anno i Cavs hanno versato 54 milioni di luxury tax e quest'anno il monte salari è di 125 milioni di dollari con una tassa presunta di altri 30 milioni. Smith in quattro anni guadagnerà più di quanto abbia guadagnato in tutto il resto della carriera.

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